Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l'ora della partenza fu vicina: "Ah!" disse la volpe, "…Piangerò". " La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…" " E' vero", disse la volpe. " Ma piangerai!" disse il piccolo principe. " E' certo", disse la volpe. " Ma allora che ci guadagni?" " Ci guadagno", disse la volpe, " il colore del grano".

mercoledì 17 agosto 2011

testimoni dell’eterno

Tutti con la maglia del nostro papà don Bosco, ad ascoltare la catechesi e a ricordarci che la santità consiste nell'essere molto allegri!

«Avete sentito di quell’uomo folle che accese una lanterna alla chiara luce del mattino, corse al mercato e si mise a gridare incessantemente: “Cerco Dio! Cerco Dio!”? ­– E poiché proprio là si trovavano raccolti molti di quelli che non credevano in Dio, suscitò grandi risa. “Si è forse perduto?” disse uno. “Si è perduto come un bambino?” fece un altro. “Oppure sta ben nascosto? Ha paura di noi? Si è imbarcato? È emigrato?” gridavano e ridevano in una gran confusione. Il folle uomo balzò in mezzo a loro e li trapassò con i suoi sguardi: “Dove se n’è andato Dio?” gridò “ve lo voglio dire! L’abbiamo ucciso – voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini! Ma come abbiamo fatto? […] Dio morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! […] Non è troppo grande, per noi, la grandezza di questa azione? Non dobbiamo anche noi diventare dèi, per apparire almeno degni di essa? Non ci fu mai un’azione più grande – e tutti coloro che verranno dopo di noi apparterranno, in virtù di questa azione, a una storia più alta di quanto mai siano state tutte le storie fino ad oggi!”. A questo puntò l’uomo folle tacque, e rivolse di nuovo lo sguardo sui suoi ascoltatori: anch’essi tacevano e lo guardavano stupiti. Finalmente gettò a terra la sua lanterna che andò in frantumi e si spense. “Vengo troppo presto,” proseguì “non è ancora il mio tempo. Questo enorme evento è ancora per strada e sta facendo il suo cammino – non è ancora arrivato fino alle orecchie degli uomini”».

La morte di Dio è l'esito di un assassinio, è una responsabilità che cade sulle spalle di TUTTI noi.
Ciò non è un caso né un destino, ma un atto che sta alle nostre possibilità capovolgere, se solo accettiamo la sfida dell’interrogativo: "Colui che è morto, è anche risorto?"

Il cammino della fede non chiude gli occhi di fronte al mistero di un Dio umile e povero che si lascia trattare dagli uomini secondo la loro (malvagia) volontà. 

Della domanda su Dio non possiamo fare a meno, perché con essa ne va non solo della questione di Dio, ma anche della questione dell’uomo.

Con un’espressione, forse meno angosciata di quelle di Nietzsche, ma non meno rivelatrice nella sua leggerezza pensosa, Woody Allen ha detto: «Dio è morto, Marx è morto, e anch’io mi sento poco bene». Il noto regista americano non è del tutto sincero in questa sua affermazione, perché l’aver cancellato Dio dalla vita, l’aver dovuto constatare che non ci sono ideologie con cui poterlo rimpiazzare, non mette l’uomo semplicemente in crisi, rendendolo meno sicuro delle sue certezze, ma lo svuota totalmente di senso, perché gli sottrae il suo stesso fondamento. 

Non possiamo negare che oggi la questione delle fede si pone in modo problematico, in un mondo che sembra aver cancellato le tracce di Dio. Eppure questo non spegne il desiderio di assoluto che sta nel cuore di ogni uomo
 Il desiderio di un oltre di verità, di senso, di vita, di bellezza, di bontà, di misericordia e di perdono supera ogni disillusione e risorge da ogni rovina.... è la risposta ad una domanda MAI ESTINTA!

Aprirsi a questo mistero significa dunque non solo conoscere Dio... ma altresì conoscere noi stessi nel nostro destino e nella nostra identità ultima.

Accogliere la fede non significa allontanarci dal mondo, ma al contrario esserne più pienamente cittadini, nella condizione del pellegrino, perché più consapevoli della meta del cammino.

Siamo pellegrini nella storia, ma testimoni dell’eterno. 

(DALLA CATECHESI DI BETORI)

L'aver seguito Gesù non toglie i problemi, non ci chiude in una stanza asettica.... al contrario, credere in Gesù è immergersi nei problemi del mondo.
In effetti Gesù vuole i suoi discepoli dietro una croce, non dietro un miracolo.
"Signore, salvami!" è grande la professione di fede di Pietro, perchè pur nel suo dubitare riconosce in Gesù il Salvatore.

(DALL'OMELIA DELLA MESSA DI OGGI)

Io e la gloria, anche se è scattata in serata. Come siamo felici!!
Ho abbandonato Treviglio, e questa mattina sono stata con la Gloria, ad ascoltare queste parole così sagge e interessanti. Grazie Gloria perchè mi hai fatto compagnia per tutto questo tempo e sei così dolce e disponibile.
Mi ha colpito tano la frase "Gesù vuole i suoi discepoli dietro una croce", mi fa sentire meno sola nelle mie sofferenze, più vera, più viva nelle mie paure. Gesù non si scandalizza del dolore, ma lo vive fino alla fine, fino all'estrema sofferenza per l'estremo amore.
Allora amare è anche soffrire, e io dovrei proprio imaprare che è una cosa difficile, ben lontana dai cuoricini facili. Amare è un po' di paradiso in terra, e tante lacrime per Lui.
Grazie Signore perchè dai un senso alla mia vita.

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